sabato 4 agosto 2012

Diario di bordo

Purtroppo i quotidiani impegni non mi permettono di aggiornare questo blog come vorrei. Allora, ora che ho un pò di tempo a disposizione, pubblico un diario di bordo, che aggiornerò di tanto in tanto. Buon divertimento.

Dopo le fatiche dell'inverno, finalmente viene l'estate e ci si prepara alla crociera. La barca è pronta in cantiere, varata e pulita. Ma le previsioni meteo danno tre giorni di maestrale. Ne approfittiamo per fare cambusa e gli ultimi ritocchi.
Le previsioni si rivelano esatte al minuto. Il vento cala e al terzo giorno molliamo gli ormeggi e facciamo rotta a nord-ovest. Prima sosta tecnica a Riva di Traiano, dove riempiamo serbatoi e taniche di rispetto.
All'arrivo le docce sono sempre accoglienti. Quando si va per mare ci si accorge che le gioie quotidiane sono racchiuse nelle cose che, in città, sembrano le più banali.
Si riparte il giorrno dopo, vento da ovest e rotta nord-ovest. Ci aiuta. Dopo circa cinque ore siamo a Cala Galera. Le barche incontrate lungo la via sono pochissime e quasi esclusivamente a vela. Un panorama decisamente diverso rispetto agli anni passati, che rispecchia in pieno il difficile momento economico che il nostro paese sta vivendo.
Nei porti non si fatica a trovar posto e il popolo dei naviganti “normali” trova finalmente la disponibilità e la cortesia che si conviene.
Terza giornata di viaggio, stessa rotta, vento sud-ovest. Perfetto. Questa volta ci spinge e ci fa guadagnare circa mezzo nodo di velocità.
Arrivo a Punta Ala nel tardo pomeriggio. Il posto è stupendo e l'accoglienza degna della migliore marineria. Se questi sono i risultati della crisi, dove le persone normali riescono a ricevere un trattamento normale, la dove erano bistrattate a vantaggio dell'arroganza di chi sfoggiava soldi facili non dichiarati, tutto sommato non ci si può lamentare. Lo interpreto come un segnale positivo di ripresa. Quarto giorno: sosta. Ne approfittiamo per riposarci, perlustrando l'approdo che abbiamo scelto come base. Decisamente tra i più belli e ben organizzati tra tutti quelli che abbiamo girato in 12 anni di navigazioni nel Mediterraneo.

Primo aggiornamento.
Dopo un week end di riposo, gelati e bagnetti nella spiaggetta vicino al porto, si va in caletta con amici. In una ventina di minuti siamo sul posto e diamo fondo all'ancora.
L'acqua è fresca e limpida. Ci sono molti pesci e non ci sono meduse. Situazione magnifica per un bel bagno. ..... e via con tuffi, capriole, snorkeling, ecc...
Verso l'una si sale a bordo, doccetta di acqua dolce e giù in cucina. Il menù prevede pennette al pesto, che sono buone di per se, ma in mare lo sono ancor di più.
Nel pomeriggio fa capolino il maestrale, che alza un pò d'onda. Si decide di rientrare e, lungo la via, ci divertiamo a cavalcare le onde che, con quindici, diciotto nodi di vento si presentano ben formate e spumeggianti.
In una mezz'ora siamo all'ormeggio. Con vento al traverso e senza elica di prua il mio fidato marinaio  (mia moglie) porta a prua la cima del corpo morto a velocità degna delle olimpiadi. Siamo fermi, divertiti da una magnifica giornata trascorsa all'aperto in buona compagnia e già ci prepariamo alla prossima uscita.

Secondo aggiornamento.
Il Maestrale va a multipli di tre giorni e dopo i primi tre ha deciso di cotinuare. Il mare però si mantiene tra 3 e 4 e per un'uscita a vela è l'ideale.
Convinto l'equipaggio e mollati gli ormeggi facciamo rotta verso l'Elba per poi virare verso lo  scoglio dello Sparviero, che usiamo come boa, e puntare a nord verso Cala Violina.
Con il solo fiocco interamente svolto si fila a 4 nodi con punte di 5 sotto raffica. Nelle andature di bolina si deve lavorare di timone per vincere l'effetto puggiero dell'armo.
Nel pomeriggio si rientra. L'ormeggio con vento a traverso, che vuole abbattere la prua a tutti i costi, presenta le sue difficoltà, ma dopo qualche manovra ed il prezioso aiuto dell'equipaggio siamo saldamente ormeggiati.
Il giorno dopo il vento rinforza e l'onda sale. Decidiamo di concederci un giorno di relax con i nostri amici e, dopo qualche visita ai luoghi di attrazione (non pochi)) della zona ed un pò di sano shopping, finiamo la giornata a bagno nel Calidario di Venturina. Niente male come atmosfera.

Oggi in porto è entrato un CBS Harmony che, tentando l'ormeggio, ha abbattuto la prua sotto vento al traverso ed ha quasi demolito un povero Sun Odissey che aveva la sfortuna di essere ormeggiato alla sua sinistra. Per fortuna i due proprietari si sono scambiati le generalità e gli estremi dell'assicurazione in modo assolutamente civile.
Il segreto di un buon ormeggio con vento al traverso, in assenza di elica di prua, risiede nella velocità di manovra e, sopratutto, nella velocità di recupero e fissaggio della cima del corpo morto a prua, che devono essere tanto maggiori quanto maggiore è l'intensità del vento. Per questo è necessaria la collaborazione dell'equipaggio, che deve lavorare in assoluta sintonia e coordinamento con il Comandante.

Terzo aggiornamento.
E' sera, le 9,20; calma piatta. Siamo a passeggio sul molo quando sentiamo un lieve sciabordio d'onda che tende ad aumentare. Qualche minuto dopo si scatena un vento furioso di Grecale che in un attimo alza onda che entra dritta dall'imboccatura del porto.
Vado in banchina a controllare l'ormeggio. Tutto bene, ma è meglio rinforzare la cima di sopravento. Chiudo il tendalino e ritiro la scaletta, che è violentemente agitata dal vento.
Controllo l'intensità con gli strumenti di bordo: 25-28 nodi. Non è un dramma, ma a pelo d'acqua l'intensità sembra maggiore. Intanto in porto si è formata onda da 30 a 50 cm.
Controllo l'evoluzione del tempo e rimango in pozzetto fino alle 2,00. L'ormeggio è saldo e la barca ha assunto un dondolio ritmico .... posso andare a dormire.
La notte è stellata e la visibilità eccellente. Sembra di essere in rada.

Quarto aggiornamento.
Venticello da sud- sud-ovest e mare calmo. Decidiamo di uscire con gli amici e fare rada a Cala Violina.
Undici persone: sei adulti e cinque bambini; una barca a vela ed un motoscafo. Si parte.
Ancoraggio a ridosso del crinale sud della cala e subito un bel tuffo. L'acqua è limpida e di un verde smeraldo. Ogni tanto ci fa visita qualche medusa di passaggio, ma non disturba la nostra baldoria.
Ora di pranzo, ci si riunisce nel pozzetto. I bambini saltano e scorrazzano fino a quando non scende un silenzio anomalo .... sono di fronte alla pasta, con la bocca impegnata.
Dopo pranzo, quattro chiacchiere ed arriva l'ora di salpare l'ancora. In certe situazioni si vorrebbe fermare il tempo, ma purtroppo non è ancora possibile (ci stiamo lavorando). Rotta sud e in venti minuti circa siamo in porto.
Ormeggiati, laviamo la barca e ci godiamo il tramonto.

Quinto aggiornamento.
Inizia la terza settimana, quella del rientro.
L'atmosfera non è gioiosa come all'andata, ma è pur sempre vancanza. Anche il tempo è triste ed il bollettino dà isolati piovaschi e colpi di vento con mare mosso su tutto il Tirreno centro settentrionale. Diamo un'occhiata all'orizzonte, lungo la nostra rotta e sembra libera. I cumuli nembi sono concentrati sotto costa e nell'entroterra. Prepariamo la barca, serriamo i boccaporti, mettiamo in sicurezza tutti gli oggetti che possono "volare" via e partiamo.
Doppianto lo Scoglio dello Sparviero facciamo rotta 150° ed il mare ci accoglie con un'onda lunga, residuo della libecciata del giorno precedente, con altezza variabile tra 1 e 2 metri. Tutto sommato il dondolio è ritmico e piacevole. Il vento è dritto di prua, intorno ai 10 nodi. Va avanti così fino al promontorio dell'Argentario, dove il mare si alza fino a 3 metri a causa del rimbalzo delle onde lungo la scogliera.
Doppiato il promontorio l'onda è al giardinetto e ci fà rollare un pò, ma in compenso non troviamo il solito traffico di motoristi ad accoglierci, che ci avrebbe fatto ballare anche di più.
Siamo all'ormeggio a Cala Galera dopo sette ore di mare. Un'ora in più rispetto a condizioni di corrente e vento favorevoli, ma in compenso non abbiamno avuto alcun piovasco lungo la nostra rotta. La barca è piena di salsedine, lasciata dagli spruzzi delle onde infrante contro la carena. Una bella lavata e poi la mitica doccia serale.
Al ritorno dalla doccia il mio equipaggio mi fa trovare in tavola una carbonara degna del miglior ristorante romano. Grazie! Siete il miglior equipaggio che un comandate possa desiderare.
La notte è fresca e serena e ce ne andiamo a dormire soddisfatti.

Sesto aggiornamento.
In attesa del tempo propizio facciamo sosta a Cala Galera, dove conosciamo Domenico, il pirata di Porto Ercole, che ci descrive nei dettagli la festa dei pirati. Alla prossima edizione parteciperemo sicuramente anche noi. Per gli interessati, fate una visita al sito www.portoercole.org , dove troverete tutti i dettagli ed un bellissimo video.
La sera facciamo sosta al Terraferma, allietati dalla musica del Mezzo Kilometro. Alle 11.00 tutti in pista scatenati.
Il giorno dopo preparo la barca per la partenza ed incontro in banchina una persona a me molto cara, che non vedevo da anni. E' stato un vero piacere.
Barca pronta. Saluto alla torre e via. Facciamo rotta sud-ovest e finalmente abbiamo vento e corrente favorevoli. La randa prende perfettamente e, aiutata da un filo di motore, ci fa volare a 6 nodi di media, con punte a 7-7,5 nodi. L'onda è al giardinetto e ci sospinge con un dolce rollio.
In prossimità di Civitavecchia il vento cala e l'onda cresce fino a circa 1 metro, per effetto della riduzione della profondità. Balliamo un pò, ma ormai siamo quasi arrivati. Alle 17,30 siamo saldamente ormeggiati ed ancora una volta mi compimento con l'equipaggio per l'ottima manovra, eseguita velocemente ed in perfetto coordinamento.
Lavaggio barca, sistemazione cime, mitica doccia ed a tavola. La "nostroma" ha preparato riso alla zucca, cotolette di pollo e patate saltate in padella. Una bella birra ed alle 11.30 fuochi d'artificio a Civitavecchia, perfettamente visibili dal pozzetto. Una bellissima sorpresa per la preparazione all'ultima tappa del viaggio.

Ultimo aggiornamento.
Sosta tecnica a Riva di Traiano. Si lava e smonta il tender e si fa girare il suo motore con acqua dolce per una decina di minuti. Poi si stiva tutto in gavone. Pulizia ottoni, pieno di acqua e gasolio e pronti per la tappa di ritorno. Gli armadietti sono già vuoti. Tutto è pronto per lo sbarco.
Il giorno seguente si tolgono gli ormeggi e si salpa verso Roma. Il meteo da buono nel Tirreno Centrale Est, con vento di Maestrale a 10-15 nodi. Ancora una volta ideale per spingerci dolcemente verso la meta.
La barca  fila a meraviglia, tanto da guadagnare una mezz'ora sul tempo di percorrenza medio.
All'arrivo siamo accolti da un lieve rinforzo di vento ed onda che penetra in profondità lungo il Tevere. Facciamo attenzione alla barra di sabbia. Il fondale scende a tratti sotto i 2.5  metri e l'ecoscandaglio  suona l'allareme di bassa profondità, ma dopo pochi minuti siamo dentro senza problemi. Ci dirigiamo all'rmeggio dal mitico Mauro, dove siamo accolti con un gran sorriso e tanta cortesia. Gli ormeggiatori "imbrigliano" la barca a prova di tempesta. Non ci resta che sbarcare tutto e sistemare il nostro guscio per la sosta invernale.
Qualche ritocco il giorno dopo e, aimè, pronti per tornare alla solita vita "civile".

Quest'anno ho voluto condividere con voi le nostre piccole avventure e spero che vi sia piaciuto leggerle.
Buon Vento!
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