martedì 21 aprile 2009

Joe Falco

Joe Falco, il fido Nostromo del Comandante Joe Jack, solcava i mari con il mercantile "Pazienza" e usava volare maestoso sul ponte della nave per controllare il carico e gli uomini al lavoro.
Il Comandante Joe Jack passava molto tempo a scrutare il volo di Joe Falco. Era il suo passatempo preferito. Lo aiutava a rilassarsi ed abbandonare per un pò il peso di tutte le responsabilità che si portava dietro.
Un giorno Joe Falco, durante uno scalo, conobbe Cocca Bella, una gallina di facili costumi, con la quale ebbe una relazione.
Quando il mercantile "Pazienza" partì per la sua nuova destinazione, Joe Falco era come sempre sul ponte e Cocca Bella era sul molo a salutarlo.
Passò del tempo e Cocca Bella diede alla luce un pulcino, che chiamò Will, figlio della relazione con Joe Falco.
Cocca Bella era ambiziosa e voleva il massimo per il suo Will. Lo crebbe convincendolo che un giorno avrebbe volato alto e possente come un Falco. Cocca Bella non parlò mai a Will di suo padre, perchè riteneva che Will fosse migliore e non ne avesse bisogno. Così come non cercò mai di dire a Joe Falco che aveva un figlio, perchè riteneva Will una sua proprietà esclusiva.
Col passare degli anni Will diventava un bel galletto, spavaldo ed arrogante. Si sentiva il padrone del mondo. Sua madre continuava a complimentarsi con lui e, più lo lodava, più Will si gasava. Si sentiva un vero falco lui, non un semplice galletto come gli amici che frequentava.
Un bel giorno Will fu pronto per iniziare a lavorare e, tronfio delle lusinghe di Cocca Bella, decise di imbarcarsi su un mercantile per diventare Nostromo.
In porto era arrivato il mercantile “Pazienza” e si vociferava che il suo comandante fosse in cerca di giovani apprendisti per dare una mano al suo vecchio Nostromo.
Will si presentò a rapporto. Disse di saper volare come un falco e che voleva lavorare su quella nave. Quello doveva essere il suo posto.
Joe Jack era irritato dall'arroganza di Will ma in vita sua non si era mai fermato alle apparenze e decise di dargli una chance.
"Pazienza" salpò e Will fu chiamato sul ponte per conoscere Joe Falco, il Nostromo al quale avrebbe dato una mano. Will lo squadrò, lo guardò con sufficienza e tra se e se pensò: "sarà una passeggiata, questo vecchio babbione non riuscirà a starmi dietro ed il suo posto sarà mio".
Ma Will non era consapevole dei pericoli della navigazione, né tantomeno sapeva volare come diceva. Aveva doti e capacità, ma non riusciva ad esprimerli, accecato dall’arroganza com’era.
Decise di dare una dimostrazione della sua superiorità. Avrebbe fatto vedere a quel vecchio falco come sapeva volare lui. Salì sull'albero maestro e fece un balzo per spiccare il volo.
Aprì le sue ali e cominciò a batterle più forte che poteva, ma non succedeva niente, continuava a cadere. Per un attimo gli tornarono alla mente le parole di Cocca Bella. Gli diceva sempre che un giorno avrebbe volato alto e possente come un falco, ma solo ora si rendeva conto della realtà. Era un galletto e non aveva mai provato a volare prima. Le sue ali non erano adatte.
Cadde giù inesorabilmente. Un tonfo sordo ai piedi del Comandante Joe Jack, che, con lo sguardo triste ed una smorfia di dolore sul viso, chiamò la ciurma e gli chiese di raccoglierlo da terra e portarlo in infermeria.
Quel giovane, arrogante galletto avrebbe potuto essere un bravo Nostromo, ma non avrebbe mai potuto volare. Doveva solo ascoltare con umiltà quanto Joe Falco poteva insegnargli, seguire la parte buona della sua indole, senza soccombere alla comodità delle sterili lusinghe.
Joe Falco spiccò il volo. Doveva cercare ancora il giovane adatto da addestrare ed a cui lasciare finalmente il suo posto.
Il Comandante Joe Jack sentì una goccia cadere. Alzò gli occhi al cielo. C’era solo Joe Falco che volava maestoso in un cielo terso.

lunedì 6 aprile 2009

Solidarietà

Normalmente parliamo di cose belle, mare, natura, cucina... Ma oggi non si può non pensare a quello che è successo in Abruzzo.
Mio padre era abruzzese. Mia madre è abruzzese. Quasi tutti i miei parenti sono abruzzesi.
I luoghi che ora vediamo devastati sono quelli dove ho trascorso la mia infanzia e gran parte della mia adolescenza.
Questa notte giovani, anziani, bambini sono rimasti senza casa, per non parlare di chi ha perso la vita. Che Dio li accolga in pace.
Il gran cuore del popolo italiano ha messo in moto la macchina della solidarietà. Tutta Italia si è mobilitata per dare una mano ai propri fratelli. In questi momenti tragici viene fuori il meglio di noi. Non esiste destra e sinistra, nero e bianco. C'è solo un grande popolo, di cui sentirsi orgogliosamente parte.
Ma c'è un dettaglio che continua a tornarmi in mente, senza tregua. Qualcuno aveva predetto la catastrofe ed è stato deriso. La scienza ufficiale, i baroni, i professori, dicono che ciò che è sucesso era imprevedibile, ma rimane il fatto che qualcuno aveva comunque previsto qualcosa di tragico e non è stato ascoltato.
Come mai un popolo capace di tanta generosità ed altruismo, di tanta solidarietà, ha ancora pregiudizi e mancanza assoluta di umiltà nei confronti di possibili nuove teorie che non vengano partorite dal mondo scientifico convenzionale?
Qualsiasi cosa possa essere utile a salvare delle vite umane dovrebbe essere presa in considerazione, anche se si tratta di teorie non convenzionali e all'apparenza "bizzarre". ... Del resto qualche centinaio di anni fa qualcuno fu ucciso per aver affermato che la terra ruotava intorno al sole.
SOLIDARIETA'AI FRATELLI ABRUZZESI.
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